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Nelle relazioni tra persone o con le istituzioni non manchiamo mai di domandarci, perplessi: Chi decide? Chi subisce? E subito dopo: Come nasce il potere? Perché si obbedisce? Ma anche: C'è in fondo un potere positivo? E infine, con speranza: nonostante la inevitabilità di conflitti e le controsemantiche distorsive del potere, c'è uno spazio della vita sociale nel quale il "prendersi cura di', impregnato di amore e altruismo, si trasformi in una vera cooperazione anziché disperdersi in un inconcludente 'buonismo"? A questi interrogativi il volume risponde con approcci differenti (antropologia, sociologia, storia, filosofia, psicologia) in un accorto dialogo che, infine, è la fucina dove viene forgiata una tripletta di 'arnesi' (potere, conflitto, cooperazione) essenziali per costruire la società ideale che vorremmo abitare. Tra gli argomenti discussi: teoria 'imperfetta' della pace, etica delle competenze umane a 'far vari tipi di pace' e a disapprendere la violenza, mediazione familiare per la salvaguardia dei diritti dei minori, cooperazione paritetica allo sviluppo fra Paesi dal potere economico squilibrato, associazionismo giovanile e costruzione di un'autorità positiva, indulgenza verso la guerra e 'forza' della nonviolenza, ruolo dei mediatori sociali nell'empowerment del legame solidale, lotta per lo spazio fra residenti e immigrati.