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Per Jean-Marie Muller il vero dibattito sulla nonviolenza - in tutte le sue dimensioni: etica, culturale, strategica e politica - può aprirsi solo con una 'disputa' filosofica che permetta di confutare a fondo l'ideologia che considera la violenza necessaria, legittima, onorevole. Solo rifiutando e superando l'ortodosso "uso ragionevole della violenza" - ciò che Roberto Mancini nella prefazione chiama "razionalità vittimaria", un "sentire e pensare secondo la morte" - potremo combattere e superare la violenza degli estremismi, che oggi appaiono come l'unico male.