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Città-officina. Un termine che, da solo, colpisce per la straordinarietà dell'impresa. Uomini e donne che insieme, quasi senza dirselo, decidono, alla fine del secondo conflitto mondiale, di costruire quella che l'autore definisce "una macchina del moto perpetuo imprenditoriale". A Lumezzane c'era un solo giacimento: il sentire condiviso di una comunità, proiettata caparbiamente verso un'idea di sviluppo del proprio territorio, gente dura, eredi di quelle ventisette fabbriche che a fine Settecento già producevano arnesi in ferro ed acciaio, in casa propria.