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La riflessione sulle modalità della fruizione può percorrere vie molto diverse. In questo volume si cerca una traccia che attraversa il Novecento: dal pensiero dei filosofi di matrice fenomenologica fino ad alcuni esiti interni alla filosofia analitica. Si tratta di un percorso consequenziale a una scelta ben precisa che privilegia l'esperienza estetica e il suo significato. Piacere e godimento estetici sono oggetto di un'attenta e rigorosa analisi e il vissuto estetico è investigato in tutte le sue stratificazioni di senso. La figura, tanto controversa, del fruitore e quella, non meno problematica, dell'oggetto al quale egli si rivolge sono le protagoniste di un approfondimento del ruolo e del significato dell'opera d'arte, sia essa figurativa, letteraria, cinematografica o televisiva e non solo, poiché "oggetto estetico" è ciò in cui scopriamo contenute altre qualità rispetto alle proprietà fisiche che osserviamo. La fruizione emerge con i tratti della percezione potenziata ma anche come esperienza di sé e invito all'agire. Le due nozioni correlate di oggetto e fruitore si definiscono in un rapporto vitale di scambio e arricchimento reciproco, che appone il sigillo dell'attività, della spontaneità e della creatività a una relazione nient'affatto distaccata, censì coinvolta, partecipe e "interessata".