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Henri Maldiney (Meursault, Cote d'Or, 1912) è uno dei maggiori pensatori francesi della seconda metà del Novecento. Successore di Merleau-Ponty a Lione, discepolo di Heidegger e Binswanger, è autore di un'opera filosofica inconfondibile per fascino di scrittura e originalità di pensiero. Il saggio che qui si traduce per la prima volta in italiano, intreccia sinteticamente i temi di fondo di tutta la riflessione di Maldiney: dall'ontologia all'estetica alla psicopatologia. Interroga con rigore implacabile i nodi teoretici dell'evento e della follia, del corpo e della passività, della percezione e della pulsione. Quello del "senso" è forse l'enigma che ne anima, più nel profondo, il domandare martellante e insieme cristallino.