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Il De exilio di Favorino di Arelate, tramandato sul verso del Pap. Vat. Gr. 11, è un brillante esempio dell'oratoria della Seconda Sofistica. Costruita su topoi della letteratura consolatoria di stampo cinico-stoico, l'opera offre tuttavia una sincera testimonianza autobiografica non attestata da altre fonti antiche. L'esilio di Favorino, collocato fra il 131 e il 138 d. C. sullo sfondo di un Impero unificato sul piano politico e culturale, è un indizio del disagio di intellettuali che, greci per formazione e non per nascita, in nome dell'antica paideia reclamavano per sé un ruolo di primo piano, spesso in contrasto con il progetto di ellenizzazione di Adriano. Dopo l'editio princeps di Norsa-Vitelli e dopo il lavoro del Barigazzi, la revisione autoptica del papiro ha permesso una ricostruzione più fedele del testo, il cui chiarimento è affidato ad un commento puntuale, dove si discutono questioni testuali e letterarie. Precede un'ampia introduzione che presenta la storia, poco nota, del ritrovamento e dell'acquisto del papiro da parte dei primi editori e in cui sono forniti dati bibliotecnici e bibliologia del manufatto: descrizione del rotolo e della scrittura, impaginazione del testo sul verso, datazione della copia letteraria e ipotesi sul numero delle colonne iniziali perdute.