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La crisi finanziaria globale che, partendo dagli Stati Uniti, ha coinvolto Europa e il mondo intero ha innescato una serie di rivolgimenti sociali e politici nelle aree "calde" del Sud planetario che stanno mettendo in crisi quasi tutti gli equilibri e le utopie che hanno retto il mondo "unipolare" dopo la caduta del comunismo russo. A loro volta, l'impatto sia della crisi che di questi rivolgimenti, continua a richiamare in causa la difficoltà da parte dell'Europa unita di assumere su di sé il ruolo di attore globale, potenza di pace, mediatrice di conflitti regionali limitrofi e stimolo forte per il superamento di usurati equilibri economico-finaziari globali. Eppure solo l'Europa può aspirare a questo ruolo, e senza Europa il vuoto strategico globale rischia costantemente di avvitarsi su se stesso. Quali sono gli stimoli culturali e le scelte pratiche che possono ricondurre l'Europa unita ad essere concretamente ciò che essa è?