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Il libro di Castelli, pietra angolare della storiografia della fauna italiana, è il resoconto di uno sterminio, quella della superstite comunità alpina di orso bruno. Un animale dall'indole timida e pacifica, descritto fino a tutto l'800 come un devastatore di alpeggi e un pericolo per l'uomo, è finito così nel mirino di cacciatori attirati dalle taglie e dalle vendita delle spoglie.Alla fine del '900, ridotto al lumicino, è scomparso nel silenzio e nell'indifferenza generali grazie alla inadeguatezza degli uomini. Oggi una vigorosa popolazione di orso bruno di origine balcanica, dal fiero carattere, sta riconquistando gli antichi spazi. Ma la luna di miele sembra già finita... Riuscirà questa volta l'uomo a convivere con il suo lato selvaggio? Ristampa anastatica dell'edizione Trento, Editrice Associazione provinciale Cacciatori, 1935; con sette cartine.