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Il "Collezionista di Barbie", racconto ispirato a una storia vera ambientata nell'Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, costituisce una valida e complessa rappresentazione scenica della sofferenza mentale che sradicando l'individuo dalla realtà lo porta a convivere con la poliedricità del suo pensiero delirante e al contempo, del suo umore altalenante. La mente deve necessariamente uscire dal dominio di mero studio descrittivo da parte di medici specialisti per diventare un efficace spunto di riflessione da parte della società moderna per saper leggere tra le pagine alcune volte strappate, lacerate, sia della nostra psiche che di quella altrui.