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Una feconda stagione di studi e ricerche ha accompagnato la rinnovata attenzione dedicata al fenomeno delle «sante vive», mistiche e profetesse, la cui testimonianza ha segnato in profondità la vita religiosa e culturale italiana tra Quattro e Cinquecento, da Osanna Andreasi a Colomba da Rieti, da Domenica da Paradiso a Lucia da Narni, da Stefana Quinzani a Caterina de' Ricci. Minor fortuna aveva avuto, rispetto a queste più celebri donne, la beata Veronica da Binasco (1445-1497), religiosa nell'istituto milanese del S. Marta. Del resto, dopo il suo tardivo assorbimento nella memoria liturgica degli Eremitani di sant'Agostino, nel menologio dell'Ordine la luce della beata Veronica e del suo angelo sarebbe stata presto eclissata dalla icona materna e taumaturgica di Rita da Cascia e, sul versante claustrale, da Chiara da Montefalco, famosa per i simboli della passione di Cristo trovati impressi nel suo cuore. A questa «distrazione» storiografica cerca adesso di porre riparo questo libro, che, anche sulla base di testi inediti, ripercorre il processo di sedimentazione della memoria letteraria e di costruzione della immagine iconografica di suor Veronica.