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"E gli era sempre stato chiaro, fin da ragazzo, come si sentiva bene appena entrava in un bosco, tra gli alberi, o rimaneva sdraiato sul prato, un filo d'erba in bocca, il contatto tra la schiena e la terra, lo sguardo lassù nella profondità del cielo; un cielo dove ci si può specchiare e, a volte, d'un azzurro così irreale da rendere il cielo stesso un'idea: la perfezione sublimata a livello etereo che fa maggiormente percepire il pulsare della vita; un cielo di cristallo, sorretto dalle guglie barocche delle Piccole Dolomiti e dalle arrotondate cime delle montagne più anziane".