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Da brutto anatroccolo a cigno reale. La storia di Maria Callas, sublime soprano specializzato sia nel canto di forza che nel canto acrobatico, è quella di una donna vissuta d'arte e d'amore, morta prematuramente e in grande solitudine. Adolescente grassa e complessata, colpevole di avere deluso una madre desiderosa di figli maschi, rivela ben presto quelle eccezionali doti canore che le apriranno la strada verso il successo. Insonne e miope, Maria è grafomane, scaramantica, ambiziosa, perfezionista e di grande carattere. Lo dimostra anche quando la sarta Biki le chiede di tornare in atelier con almeno trenta chili in meno. Così sarà: colpita nell'orgoglio, con determinazione feroce Maria si chiude nella sua camera, appende una foto di Audrey Hepburn e inizia una drastica dieta che la trasformerà fisicamente senza alterarne la voce prodigiosa. Ne vale la pena, ma il sacrificio è immenso, perché Maria è una patita del cibo e da brava cuoca annota le ricette dei suoi piatti preferiti ovunque vada. Mito intramontabile, ha diviso in due ere la storia dell'opera, "a.C." e "d.C", cioè prima della Callas e dopo la Callas, come lei stessa dice parlando di sé in terza persona. Ma la vita privata, segnata anche da una brevissima, tragica maternità, non è altrettanto luminosa. E la solitaria morte parigina evidenzierà un'ultima volta il divario tra la sicura potenza dell'artista e la complessa fragilità della persona.