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Le vicende di Terri Schiavo e di Eluana Englaro hanno reso evidente al grande pubblico quanto profondamente il progresso medico abbia inciso sulle fasi finali della vita. La morte, che una volta era un 'evento' - conseguenza di una malattia, di un trauma, della vecchiaia - di cui prendere atto passivamente, appare sempre più come un momento dipendente da una scelta: di attivare o meno una terapia, di mantenere o interrompere una misura già in atto. Scelta che dipende dal difficile bilanciamento fra i benefici offerti dalle cure e i costi, soprattutto in termini di sofferenze fisiche ed esistenziali. Ma a chi spetta il potere di decidere? E quali criteri possono/devono guidare nella scelta? Può il soggetto decidere il proprio destino per mezzo di un 'testamento biologico' o di 'direttive anticipate'? O è invece opportuno che la legge ponga all'individuo dei vincoli insuperabili? Questo libro cerca di rispondere a tali domande ricostruendo in dettaglio i casi giudiziari che tante polemiche hanno sollevato e offrendo poi un'ampia ricostruzione del dibattito fra gli studiosi nonché degli orientamenti espressi da giudici e da legislatori in diversi Paesi.