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La biblioteca, di cui Vittorio Alfieri venne privato a causa della fuga da Parigi, fu da lui stesso ricostituita a Firenze nel 1794 a Palazzo Gianfigliazzi, ultima sua dimora. Qui si diede non solo a riordinare i libri superstiti ma anche a ricomprare le belle edizioni perdute e, spinto dal nuovo interesse per la lingua di Omero, ad arricchire la collezione con l'acquisto di molte opere di autori greci, sia in originale che corredate di traduzioni latine, apponendovi di suo pugno fitte note, linguistiche ed esplicative o di carattere estetico e politico. Questo volume, ordinato in schede alfabetiche, nelle quali viene pure trascritta gran parte delle postille autografe, restituisce la ricchezza non solo quantitativa dello straordinario patrimonio librario classico del poeta e permette di addentrarsi nell'officina alfieriana, illuminandone l'incessante e dinamico colloquio con gli antichi, dal quale scaturiscono, negli anni estremi della sua vita, le affascinanti versioni dal greco e la scrittura delle commedie.