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La fortuna di Teofilo Folengo (1491-1544) tra i secoli XVI e XIX ha qualcosa di paradossale. Il monaco poeta si era costruito il bizzarro alter ego letterario di Merlin Cocai con il quale aveva firmato le edizioni delle sue opere macaroniche e lo aveva dotato di una biografia fantasiosa e alquanto "irregolare". Con il passare del tempo l'identità fittizia aveva cancellato quella vera e Merlino si era sostituito a don Teofilo, ricevendo un'autorevole consacrazione nella Storia della letteratura italiana di Francesco De Sanctis. Solo negli anni Trenta del Novecento il giovane Giuseppe Billanovich si mise a demolire con pazienza e coraggio, e documenti alla mano, il mito romantico di Merlino, riportando alla luce la figura storica del geniale benedettino Teofilo, nel suo contesto biografico vero e tra le autentiche crisi storiche e spirituali del primo Cinquecento. "Tra don Teofilo Folengo e Merlin Cocaio", pubblicato nel 1948 e qui riproposto con un indispensabile indice dei nomi e un'introduzione che ne racconta la complessa genesi, è l'appassionata restituzione di un grande artista alla cultura e ai drammi della sua epoca.