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Il nuovo libro di poesie di Alberto Bertoni, il settimo di una storia compositiva cominciata negli anni Ottanta (e il secondo pubblicato da Aragno, a nove anni di distanza da "Le cose dopo"), prende le mosse dall'esperienza diretta degli anni di demenza vissuti dalla madre dell'io narrante. Ma poi si allarga ad altri, meno chiusi, orizzonti, attraverso i modi del viaggio nel tempo e nello spazio, aggiungendo alla voce poetica propria dell'autore, che riconosce i suoi modelli di scrittura nelle opere in versi di Sereni, di Giudici, di Bevilacqua e di Cucchi, un approdo nuovo alla scrittura in prosa: vero e proprio contrappunto ai testi più tradizionali.