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"Sono lungi dal ritenere che i pannelli qui esaminati, che trattano della leggenda del Santo serafico, abbiano saputo trarre dagli eventi raffigurati tutto il loro significato spirituale. Un grande maestro cinese sarebbe stato indubbiamente più all'altezza del compitò: mi limito a sostenere che il Sassetta ha trattato questi temi con molto maggiore intonazione mistica di ogni altro artista europeo di mia conoscenza, Giotto compreso, creando un'aura più definita e dando a essa un'evocazione più poetica, anzi più religiosa. [...] Giotto, come quasi tutti i pittori europei posteriori al suo tempo, ignorava la suggestività emozionale e spirituale della composizione spaziale, e così vi sarà chiaro perché la sua visione degli episodi della leggenda francescana rimanga prosa. Quella del Sassetta, invece, con la vastità del suo cielo argenteo, ci innalza e ci trasferisce nel mondo dell'anima".