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Dopo questo saggio di Bernard Berenson (1865-1959), pubblicato nel 1950, pochi anni prima della morte del grande studioso, non v'è saggio sulla fine dell'arte antica che non ponga in apertura l'arco di Costantino. È infatti divenuto d'obbligo indicare nei fregi scultorei dell'arco gli incipienti sintomi di una narrazione plastica popolaresca, per così dire "plebea", che si affermerà nell'arte declinante dei secoli successivi, insofferente o indifferente alle plastiche e aggraziate volumetrie del linguaggio classico e alle sue complesse articolazioni spaziali. Berenson, che del Quattrocento italiano fu uno dei massimi conoscitori, ha messo qui a frutto le letture dei "Commentari" di Ghiberti, che con notevole acume critico individuava nell'arco di Costantino "la fine dell'arte antica".