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Anche Samuel Beckett fa parte degli "scrittori neri della borghesia"? Lo si può leggere in continuità con Nietzsche e de Sade, come fa Theodor Adorno nella Dialettica dell'illuminismo? Rispondere a queste domande non è né semplice giuoco filologico né prospettiva marginale, bensì è aprirsi ad un nuovo orizzonte di indagine intorno alla riflessione complessiva della Scuola di Francoforte e, in essa, intorno al pensiero adorniano quale metacritica del mondo amministrato e memoria della natura mutilata. In questo volume di Luca Baldassarre il teatro di Beckett viene preso in esame come quel luogo in cui, per Adorno, l'arte continua a configurarsi quale valido modello di resistenza alla pressione livellatrice ed omologante del dominio.