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La riflessione sul paesaggio deve oggi muovere dalla consapevolezza che il nostro abitare la Terra è innanzitutto un dimorare nel luogo dell'Altro, ovvero in un luogo che non ci appartiene e che in modo illusorio abbiamo ritenuto creato esclusivamente per noi. Soltanto ponendoci in tale prospettiva diverrà possibile riacquisire il vero senso della distanza in quanto componente essenziale per l'esperienza del paesaggio, e cogliere nella proiezione quel processo instancabile che ci permette, risalendo la distanza, di costruire il Mondo. Il paesaggio apparirà allora come il punto - fragile e prezioso - in cui l'agire dell'uomo incontra nello spazio e nel tempo la natura, non per dominarla, ma per unirsi ad altre forme di vita e ad altre voci, spesso inavvertite o rifiutate; il luogo dove, giorno dopo giorno, ciascuno di noi decide, attraverso la propria scelta (est)etica, della salvezza o della caduta del Mondo e della Terra.