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Tra gli importanti cinquecentenari celebrati nel 1992 - la scoperta dell'America, la morte di Lorenzo il Magnifico e quella di Piero della Francesca - si colloca anche la nascita di Pietro Aretino, per onorare la quale il "Centro Pio Rajna" di Roma ha promosso un grande Convegno italo-americano, articolato in tre tempi: Roma-Viterbo-Arezzo (28 settembre-i ottobre 1992), Toronto (23-24 ottobre), Los Angeles (27-29 ottobre). Personaggio "scomodo" come pochi, l'Aretino è stato condannato, appena morto (1556), a una vera damnatio memoriae, che, protraendosi nei secoli fino a oggi, lo ha marchiato come il pornografo, l'autore osceno privo di effettive qualità artistiche. Soltanto da una ventina d'anni a questa parte è in atto un'inversione di tendenza, che, superando ogni remora moralistica e ogni ipocrisia, recuperi innanzitutto gli scritti aretiniani nella veste piú affidabile (compito assunto, proprio nel 1992, dall'Edizione Nazionale delle Opere), e riformuli poi in base ad essi un giudizio piú equilibrato e criticamente fondato. I saggi ora pubblicati offrono un fondamentale contributo in questa direzione. L'intera attività dell'Aretino viene attentamente vagliata: dalla produzione giovanile a quella pasquinesca, dagli scritti religiosi a quelli erotici e teatrali, dalla fondamentale "invenzione" del genere epistolare alla poesia cavalleresca, fino ai rapporti con la società del tempo e alla "ricezione" dell'Aretino nei secoli successivi. Ne emerge un quadro di grande interesse e un profilo dell'autore dalle linee fortemente rinnovate, che si propone come punto di partenza per una ridefinizione generale dell'opera e della figura dell'Aretino nella nostra letteratura.