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Le nostre cronache giornalistiche e giudiziarie degli ultimi cinquant'anni quelle internazionali non sono da meno - sono ricche di misteri, di fatti e (più spesso) misfatti imputati al lobbismo ma che con le lobby nulla hanno a spartire. Nell'uso comune dei media e nella percezione dell'opinione pubblica la parola "lobby" è sinonimo di gruppo di pressione che, complottando da "dietro la siepe", mira a sostenere con la corruzione oscuri interessi a favore di potentati vari: aziende, banche, gruppi finanziari, istituzioni e politici. Le varie P2, P3, P4; o certi club, come ad esempio la Commissione Trilaterale, il Gruppo Bilderberg, Aspen Institute; faccendieri alla Bisignani & c; corruttori di politici operanti all'interno delle istituzioni in Italia e in Europa vengono correntemente definiti lobbisti e lobby la loro attività su cui i media esercitano scarso controllo. Questo libro sostiene invece che, in un contesto pluralista, la lobby, in quanto legittima trasparente rappresentanza di interessi di aziende, associazioni, enti o gruppi presso le istituzioni centrali e periferiche (Stato e regioni), sia l'alternativa democratica al malcostume e alla corruzione dilaganti. Il libro passa in rassegna il lobbismo com'è conosciuto nel mondo occidentale; illustra le tecniche per fare lobby; prende in considerazione il "caso Italia" e gli eventi collegati a questo fenomeno. In appendice la descrizione dei provvedimenti legislativi e normativi per "agire" nei confronti delle lobby.