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"C'è una via lattea del Pollino così ricca di profumi e di forme da fare invidia ai paradisi dei formaggi italici, con ricotte, mozzarelle, caciocavallo, con pecorini dal gusto inconfondibile che arrivano a stagionare anche 18 mesi. Ci sono campi di lavanda che per un attimo richiamano alla memoria i colori e le morbide sensazioni della Provenza. C'è una fortissima attenzione alle farine, alla pasta e al pane, con il recupero e l'uso sempre più convinto di grani antichi. Ma anche con richiami alla memoria storica, quando i raskatielli si facevano con un misto di farina di grano e di fave per risolvere problemi di carestia, mentre adesso conditi con una leggera salsa di pomodoro a pezzetti, con una foglia di basilico e una spolverata di cacioricotta, fanno venire la voglia di dimenticare tutte le altre suggestioni gourmet che guardano al futuro e non alle meraviglie del passato. C'è il pane di Cerchiala, ottimo anche fino a dieci giorni dalla cottura. Ci sono le patate rosse di Terranova, c'è il peperone di Senise, simbolo della parte lucana del Parco assieme alla melanzana rossa di Rotonda. Peperone che dopo essere essiccato diventa crusco e va fritto in ottimo olio di oliva per diventare uno dei simboli di questa terra. C'è tanto altro ancora in questo angolo di Paradiso conosciuto come Parco del Pollino, luogo magico della natura a cui Repubblica ha voluto dedicare una intera Guida ai piaceri, ai sapori e alla scoperta di un territorio, delle sue storie, dei suoi personaggi, dei suoi cibi. Alla scoperta dei piccoli alberghi o B&B sperduti in mezzo ai boschi, in piccoli paesi pieni di storia e di amore per la montagna." (Giuseppe Cerasa)