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Il primo racconto di Thomas Hardy qui presentato, "The Three Strangers" (1883), costituisce una sorta di godibilissimo divertissement, insolito nella produzione dell'autore. Una casa isolata nella campagna inglese; una sera di pioggia torrenziale: è questa l'ambientazione della festa danzante data da un pastore per il battesimo della figlia. Durante la serata bussano però, uno dopo l'altro, tre viandanti fradici in cerca di riparo: il primo, di poche parole, si accontenta di asciugarsi vicino al camino e fumare la pipa; il secondo, molto più chiassoso e incline alle bevute, intona una canzone con cui rivela di essere un boia che deve impiccare un ladro di pecore; il terzo dà segni di grande agitazione e fa dietrofront chiudendosi la porta alle spalle. Si innesca così una girandola di eventi e di equivoci che riguardano un evaso, con alcune ben costruite "sorprese" finali. Il secondo racconto, "An Imaginative Woman" (1893), ruota invece attorno ai temi-cardine dell'ispirazione di Hardy, segnata da un pessimismo senza luce di razionalità o progresso. La protagonista è Ella Marchmill, giovane moglie e madre, fanatica della letteratura e autrice di modeste poesie. Durante una vacanza, però, Ella si infatua di un poeta di una certa notorietà, che non riesce mai a incontrare ma che si illude di conoscere leggendone i libri e vivendo nelle sue stanze. Quando apprende da un giornale che il poeta si è ucciso, Ella si convince di essere la donna che avrebbe potuto salvarlo, e ha inizio la rovina...