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In Un avamposto del progresso, racconto pubblicato nel 1897, Joseph Conrad anticipa le atmosfere che due anni dopo saranno dominanti in Cuore di tenebra, suo primo indiscusso capolavoro. E non a caso la parola "tenebra" compare già qui varie volte, quasi preannunciandosi come tratto distintivo di una condizione umana. Due europei, Kayerts e Carlier, e un africano, Henry Price detto Makola, gestiscono un piccolo emporio nel cuore della giungla dell'Africa equatoriale, per conto di una grande compagnia commerciale. Condotti lì da un battello della compagnia, dovranno rimanervi sei mesi, cercando di barattare con gli indigeni la loro mercanzia in cambio di preziose zanne d'elefante. In realtà la compagnia non fa grande affidamento né sull'emporio, né sui due agenti, scelti per quell'incarico fra i più stupidi e inetti a sua disposizione. E loro si adattano ben presto a quella vita fuori dal mondo, senza la minima curiosità per l'immensità imperscrutabile che hanno intorno, trascorrendo i giorni nell'ozio, interrotto solo di tanto in tanto dalle visite degli indigeni col loro carico d'avorio.