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"... Qui sono nominati i profughi, i carcerati, gli immigrati, i popoli nativi, tutti i diversi e gli esclusi. Qui si scava nella vergogna dei centri di accoglienza, nel dolore della Palestina, nell'ingiustizia di ogni pena. Vorremmo che questa lista si fermasse, scomparisse. Le poesie di Marco Cinque lavorano per questo. La sua strada è anche la nostra. Da sempre." (Alberto Masala).