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Sul finire degli anni Venti del Novecento, Oswald de Andrade e alcuni intellettuali brasiliani utilizzarono il concetto di cannibalismo come metafora del rapporto fra culture. Questa raccolta di testi poetici e teorici ripropone la teoria secondo cui divorare l'arte, la lingua e gli stili di vita europei consente alla cultura colonizzata di riconoscere ed esprimere la propria differente identità rispetto ai colonizzatori. Mentre si fa sempre più urgente la necessità di ripensare i rapporti con il Terzo mondo, questo libro propone una via scandalosamente anomala: l'antropofagia.