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Edward W. Said, scrittore, docente, teorico letterario, musicista, anglista e intellettuale simbolo della causa palestinese, in una delle sue ultime apparizioni pubbliche, dedica una controversa conferenza all'ultima opera di Sigmund Freud, "L'uomo Mosè e la religione monoteista". La lettura del testo freudiano diviene l'occasione per riflettere sul tema dell'identità, individuale e collettiva, e sulle sue radici, siano esse radicate in un passato mitico o in un racconto più o meno scientifico. Mosè, fondatore del monoteismo ebraico, ma straniero al suo popolo, secondo l'ipotesi di Freud, perché egizio, non ebreo e non europeo, incarna la figura paradossale di un'eterogenesi che è all'opera dall'origine, nella fondazione stessa di ogni processo identitario.