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Quali sono la posizione e il ruolo del mito nelle culture mediatizzate e globalizzate del presente? L'ipotesi è che sia possibile leggere il mito come formazione dell'Immaginario: nelle sue manifestazioni attuali, l'Immaginario è una fabbrica o una macchina anonima di produzione del sentire - del mito ci si emoziona - svincolata dalla trasmissione dei racconti che fondano una comunità sociale o instaurano senso, secondo una definizione condivisa dagli antropologi. Dunque che ne è del mito oggi, quando "gli dei, i templi, i preti, le feste, i giochi, i poeti, i pensatori, il re, il consiglio degli anziani, l'assemblea popolare, l'esercito e le navi" (Heidegger) hanno smesso di essere un modello capace di fare legame ma non cessano di esercitare una forma di potere nella modalità della ri-mediazione o dello spettacolo? Il libro procede per esempi, commentando alcuni testi, dalla dialettica dell'illuminismo alle sceneggiature blockbuster, considerate documenti altrettanto significativi sul mito oggi. Ma se l'attuale situazione presenta il mito in forma profana e mediale, si pone una domanda: come sottrarlo alla sua funzione di pura "materia estetica", di favola che serve a divertire il pubblico, senza ricadere in una dimensione nostalgica e conservatrice? Con un saggio su Walter Benjamin di Stefano Marchesoni.