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Le parole delle tecnologie del dominio sono molte, e riguardano tutti gli abitanti del pianeta Terra, anche non umani, anche le macchine. Alcune sono antiche, altre sono di nuovo conio; spesso sono termini inglesi: algoritmo, big data, blockchain, digital labour, gamificazione, internet of things, pornografia emotiva, privacy, profiling, trasparenza radicale e altre ancora. Sono collegate fra loro da una fitta trama di rimandi e sottintesi, una rete di significati colma di ambivalenze e incomprensioni. Insieme compongono il variegato mosaico della società presente e di quella a venire. In questo quadro emerge come ideologia prevalente l'anarco-capitalismo, una dottrina vaga eppure molto concreta nei suoi effetti devastanti sui legami sociali, la costruzione delle identità individuali e collettive, la politica. Sembrano parole d'ordine solide come acciaio temprato, senza crepe, senza debolezze. Ma a osservarle con le lenti dell'ironia, con gli occhiali dello humor e della consapevolezza storica, con il desiderio hacker di smontarle e capire come funzionano, si sciolgono come neve al sole.