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Alla fine degli anni Sessanta arriva il video e il suo impatto politico ed estetico è dirompente. Grazie al nuovo medium, gli artisti e gli attivisti (che spesso sono le stesse persone) creano situazioni collettive capaci di sfidare lo spettatore all'azione diretta sull'oggetto televisore, stimolandolo a entrare consapevolmente e fisicamente nel processo della trasmissione delle immagini. Le operazioni in tempo reale compiute da artisti e attivisti col video installazioni TVCC, video performance, sperimentazioni sul segnale elettromagnetico - all'epoca furono capaci di produrre crescita e piacere personale e collettivo, perché condivise a livello pubblico attraverso il video. In particolare, le esperienze italiane più mature - Luciano Giaccari, Alberto Grifi, il collettivo Videobase, il Laboratorio di Comunicazione Militante svilupparono approcci originali, in linea con molti degli attuali sviluppi performativi dell'arte. La storia del video come tecnologia e come forma artistica si rivela ricca di spunti per le pratiche audiovisuali dell'epoca digitale. Prefazione di Bruno Di Marino.