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"L'utopia concreta, quindi, è implicata nel materialismo dialettico, affinché quest'ultimo, contravvenendo ai patti, non riblocchi le sue stesse prospettive, cioè il novum d'un materialismo dialettico-utopico. Un esteso campo abitato dalla materia stessa come da un 'essere-in-possibilità', come da una potenzialità che genera lungo il suo cammino nuovi modi di esistere, fino alla 'naturalizzazione dell'uomo', all''umanizzazione della natura' come dice proprio Marx nei Manoscritti economico-filosofici del 1844, contro ogni esclusione di mete a lunga scadenza. Insomma: la disumanità del nostro mondo avrebbe, ha, certo, tutto da temere quel giorno che finalmente nascesse e si affermasse davvero il marxismo; cesserebbero finalmente d'esistere padrone e servo. Ciò che è giusto, tuttavia, una volta che fosse liberato tanto dalle tisane quanto dal catechismo, respirerebbe finalmente in una libertà dal profitto, in una etica senza padrone né servo, in un'arte senza fedi illusive, senza superstizioni." (Introduzione di Remo Bodei)