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«Questo non è un libro sulla pandemia. Non siamo né biologi né epidemiologi: il nostro campo di competenza ha a che fare con la valutazione della qualità del processo decisionale e con l'efficienza e l'efficacia delle soluzioni adottate dalla politica, non con i dettagli delle politiche di salute pubblica. Questo è un libro sui lockdown - quelli del marzo e aprile 2020 e quelli vagamente edulcorati delle zone colorate - e sul loro contorno di misure restrittive. È un libro che analizza scelte politiche, campagne mediatiche, opinione pubblica, tensioni tra democrazia e tecnocrazia, e fragilità dei diritti individuali sotto il peso di un'emergenza. Perché il lockdown è un'invenzione del 2020, introdotta un po' per sbaglio e sull'onda del panico dal governo italiano, quindi emulata in altri paesi occidentali. I piani pandemici preparati nei primi due decenni di questo secolo non prevedevano infatti nulla di simile, nemmeno per pandemie molto più gravi, e in generale avevano un approccio molto diverso, attento ai costi e ai benefici di ciascuna misura e sempre preoccupato di preservare quanto più possibile la vita normale della società.»