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In una stazione ferroviaria, Arturo Maria Vidal aspetta il treno per Venezia. Nell'attesa viene affiancato da un uomo sconosciuto, uno psicologo. Egli non si presenta, ma dice di avere una dote innata: leggere nella mente delle persone, e, tramite ciò, conoscere le storie di ognuno di loro. Inizia così un soliloquio da parte dello sconosciuto, nel quale racconta agghiaccianti vicende, storie insabbiate di Arturo, ma lui, dal canto suo, non proferisce parola né tenta di discolparsi. Il tempo scorre, il treno si sta avvicinando e lo psicologo incalza con il suo racconto. Improvvisamente, però, il fischio del treno è affiancato da un altro rumore.