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Con il termine Storia intendiamo la cronaca delle culture e civiltà che si sono susseguite nelle varie parti del mondo, precedute da una lunga indistinta epoca che chiamiamo Preistoria. E ci raccontiamo con fierezza il passaggio dalla condizione errabonda di quei nostri lontanissimi antenati a quella stanziale, che ha portato alla nascita dell'agricoltura e l'allevamento, alla fondazione di città, all'uso dei metalli e ad altre realizzazioni nei campi della tecnica e della scienza, e all'invenzione della scrittura, e alle manifestazioni artistiche, e al permearci di senso morale e, con gli sviluppi nel profondo del pensiero, di filosofia. Se riconosciamo con sconcerto, e a malincuore, che la Storia è anche piena di faccende deprecabili nella condotta umana verso il mondo circostante e contro i propri simili (saccheggi, distruzioni, abusi, umiliazioni, violenze, massacri, guerre), ci piace illuderci che si tratti di episodi superabili. Ma, lo sono veramente? O non sarà invece che la civiltà è imperniata sull'involuzione dei processi sociali e dei comportamenti umani, gli stessi che furono presenti nella vituperata Preistoria, quando l'uomo era meno "acculturato", meno "civilizzato"?