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Con la forza del poeta civile Roberto Dall'Olio prende la parola e, come attorno al fuoco Ulisse con i Feaci, narra la vicenda della ragione critica, affila l'ordine della mente come lama applicata al caos della menzogna, dell'inganno, dello spregio della dignità dell'uomo. Ne scaturisce così una ricca prosopopea-avventura di due voci narranti (maschile e femminile) e una figura che li affianca nel viaggio, Antonio Gramsci, il quale assurge a guida capace di caricarsi dei drammi, dei silenzi e degli errori di un'umanità che compie il ciclo: dall'esaltazione dell'intelligenza alla sua perversa negazione.