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Sono ruvidi e spigolosi i versi di Massimiliano Martines, a volte ululati e ruggiti; versi abitati da "vecchie pantere, cavalli, topi, mucche", dove è facile anche incontrare netturbini e casalinghe, supermercati, cornetti e cappuccini, bettole e scantinati. Una poesia che sgorga da una quotidianità le cui immagini ed espressioni vengono deflagrate, disgregate e ricreate, riportandoci una realtà viva e pulsante, nel continuo rifiuto del grigiore, della banalità dell'esistenza. Con una prefazione di Roberto Roversi.