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Questo libro approfondisce, le tematiche dell'occhio, del corpo e della libertà, determinanti per la fisionomia dell'arte contemporanea. L'autore opera una fondamentale distinzione fra vedere e guardare, analizzando in particolare l'opera di Monet e Degas, Sheeler e Hopper, degli Iperrealisti e di Gnoli; esamina gli esiti più interessanti che il corpo ha avuto in pittura, scultura, fotografia (da Bacon a Giacometti a Mapplethorpe), focalizzando poi le ricerche extra-artistiche di Manzoni e Klein, Gilbert & George e Gina Pane, Ontani e Morimura; giunge infine alla domanda se l'arte sia o non sia libertà, valutando percorsi storici, caratteri specifici dell'arte e testimonianze straordinarie (da Van Gogh a Cézanne, da Kandinsky a Wols).