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È questa una nuova fase, coerente e persuasiva, della poesia di Testoni che ci arriva dopo "La prima ora". L'autore non si smentisce e semmai cresce, nel suo fitto e particolare intreccio di umani personaggi e altre figure, al tempo stesso nette e anonime. E sono semplici presenze che si muovono in vari paesaggi, o tra le case e nelle città, nello scorrere delle stagioni, accanto ad altri esseri viventi come gli stessi animali. Il tutto nella fedeltà a una concretezza fisica delle cose, che per Testoni è la fisionomia del suo ambiente necessario e naturale. Una concretezza, la sua e quella dei suoi scenari, che appare nella sintesi di immagini dai contorni netti, senza incertezze, dai ritmi interni scanditi in modo nervoso, immagini che spesso sembrano appartenere a rappresentazioni pittoriche. Nella sua pronuncia asciutta il poeta si aggira nei dettagli di una realtà opaca a cui si sente di appartenere, pur rimanendo poi quasi assorbito anche dalle tracce storiche di una realtà remota, che manifesta tacita il passare eppure il persistere delle epoche. La sua è una voce autentica e di forte sensibilità e sostanza.