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Se è vero che il rapporto di Schelling con la storia della filosofia si realizzò soprattutto attraverso Fiatone, Spinoza e Kant, fra i tre Jacobs punta decisamente su quest'ultimo quale costante termine di confronto: ne deriva che "il migliore accesso alla filosofia di Schelling è una solida conoscenza della filosofia di Kant". Questa tesi vale anche per il tardo Schelling, il quale, più che un romantico reazionario, appare a Jacobs - come l'ha definito Odo Marquard - un "contemporaneo in incognito". Egli ha potuto assistere alla trasformazione culturale avvenuta alla metà dell'Ottocento, ha colto in essa degli elementi di "crisi" e ha proposto il pensiero radicale della libertà come vero "inizio". Alla luce di questa coinvolgente problematica filosofica, l'invito alla lettura da parte di Jacobs si appella al. riconoscimento di un vero e proprio "bisogno di Schelling".