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"Orlan, Marcel-Li Antùnez Poca e Stelarc sono i tecnoartisti qui presentati da Tatiana Mazali come punto di arrivo e di partenza del discorso che più la interessa: il rapporto tra corpo e tecnologia; gli scenari e la mappatura, diacronica e sincronica, di tali rapporti. Per evitare le banalità che in genere hanno caratterizzato e ancora caratterizzano tale oggetto di studio, l'autrice di questo libro ha sentito il bisogno di affrontare il tema delle performance artistiche tecnocorporee perché esse sono un campo di indagine ideale per dimostrare che tecnologia e corpo sono la forma di una stessa esperienza vissuta. È un lavoro interamente dedicato al luogo che istintivamente percepiamo più prossimo e reale, al luogo che da più vicino ci riguarda, in cui ci sentiamo più immersi e insieme più isolati, più certi e insieme più incerti: al nostro corpo, matrice di ogni altro luogo, di ogni altra sua territorializzazione (dalla caverna al villaggio, dal castello alla città, dalla metropoli ai media dello schermo, dalla televisione ai siti digitali del cyborg). Eppure l'esperienza umana del mondo s'è mossa in direzione opposta all'immediata presenza del corpo a se stesso, sino ad allontanarsene o recluderlo, ferirlo o rimuoverlo. Ma ora, in modo apparentemente paradossale, il corpo torna a imporsi: questo accade proprio quando lo sviluppo tecnologico ha raggiunto il suo apice e si sta aprendo in nuovi orizzonti." (dalla prefazione di Alberto Abruzzese)