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"La memoria è un dovere, lo è per tutti gli uomini in quanto tali e lo è in specie per noi che abbiamo avuto la sventura ma in certo modo anche la ventura di vivere esperienze fondamentali." Sono le parole di un sopravvissuto dai campi di concentramento, con cui Claudio Bondì ha valuto concludere la storia della sua famiglia, una famiglia ebrea di classe media su cui piombò, improvvisa e spietata, la violenza delle leggi razziali, la deportazione, la decimazione nei campi di concentramento. Un libro che ritrae con dolcezza e malinconia un mondo perduto per sempre, in cui i ricordi - a volte esilaranti - di una vita tranquilla e operosa si intrecciano con gli eventi tragici delle persecuzioni e del conflitto.