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Nell'estate del 1506, durante la dominazione francese, a Genova esplode una rivolta popolare che avanza richieste di riforme politiche radicali e costringe i nobili alla fuga. Nei mesi successivi il potere viene inizialmente gestito da alcuni esponenti del ceto mercantile per poi passare nelle mani degli artigiani, che eleggeranno alla carica di doge un semplice tintore della seta, Paolo da Novi. Nella primavera del 1507, tuttavia, spinto dai nobili in esilio, Luigi XII reprime nel sangue la ribellione e riconquista la città. Attraverso le vite e gli scritti dei protagonisti, questa ricerca indaga da vicino le dinamiche della rivolta - che, sebbene durata pochi mesi, segnerà nel tempo la storia politica genovese - inquadrandola nella prospettiva più ampia delle guerre d'Italia. Oltre alle cronache locali, vengono analizzati numerosi componimenti letterari e artistici francesi del tempo che celebrarono l'impresa militare del sovrano contro la Superba. Ma la fonte principale resta la ricca documentazione archivistica, che ci tramanda soprattutto la voce degli insorti e i loro tentativi di tenere unito il popolo attraverso dei giuramenti di pace e concordia per resistere ai nobili e all'influenza delle potenti fazioni degli Adorno e dei Fregoso.