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Nella coscienza collettiva guelfi e ghibellini evocano insanabili discordie e feroci lotte e rappresentano il lato oscuro di quell'età comunale che per altri versi è un momento altissimo nella storia civile e politica d'Italia. La tradizione storiografica ha spesso argomentato che questa coppia terminologica non faccia che sopravvivere a se stessa già dal Trecento. Eppure i contemporanei la utilizzarono fino al Cinquecento. È possibile, allora, che due terzi della parabola del binomio politico forse di maggior successo della storia italiana siano, in pratica, destituiti di senso? È l'interrogativo cui cerca di rispondere questo libro che indaga la presenza e il rilievo di guelfi e ghibellini nella politica degli stati dell'Italia del Rinascimento.