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L'11 gennaio 1972 Giuseppina, carismatica contadina, viene uccisa con due colpi di fucile a canne mozze. La sua popolarità comincia quindici anni prima, quando la donna aveva iniziato a parlare con la voce del nipote Alberto, morto in un tragico incidente, acquistando così fama di guaritrice: tramite lei, Alberto, che la devozione popolare aveva eletto a "beato", poteva dispensare dall'aldilà consigli e suggerimenti, ma anche intervenire magicamente per risolvere problemi, soprattutto di salute. C'era, però, chi la considerava una truffatrice. Fino al punto di ucciderla. Paolo Apolito offre con questo libro uno spiraglio su uno degli ultimi casi di possessione nel mezzogiorno d'Italia.