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Il romanzo racconta la storia di un usuraio, il Malefico di nome e di fatto, che in una confessione fiume racconta i propri misfatti. Unico suo dio il danaro. E per procurarselo ha fatto proprio il più machiavellico dei principi: il fine giustifica i mezzi. E così irretisce fanciulle e giovani sposi, piccola e media borghesia schiava delle apparenze, che pur di far bella figura (il matrimonio sfarzoso fino al kitch oppure la vacanza a Ischia) sono disposti a mettersi "sotto il debito". Ma anche prostitute e travestiti: le prime che vogliono mantenere i loro papponi a suon di mercedes e viaggi all'estero; i secondi che sono un'inesauribile fonte di guadagno.