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Estate 1944: l'esercito tedesco elabora e mette in atto una "politica del massacro" di civili attuata senza pietà nei confronti delle popolazioni, per perseguire i diversi obiettivi dell'occupazione. La "politica del massacro" segue logiche strategiche specifiche nelle diverse realtà regionali e locali; molto dipende dai "carnefici", di cui qui si cerca di assumere la prospettiva, soprattutto nel caso di quelli che si mostrano più violenti e spietati di altri... Il filo conduttore resta la ricostruzione dei fatti e della memoria della violenza, che si intreccia con quello dell'indagine sulla "responsabilità" partigiana: una memoria comunque divisa, segmentata ma ancora forte nelle comunità colpite dagli eccidi.