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L'Ottica di Euclide, il primo trattato di ottica geometrica di cui siamo a conoscenza, scritto nel III sec. a. C., sembra concepito in questi termini: costruire una realtà razionale, non "scoprire la verità". A questo scopo Euclide introdusse delle linee che partivano dall'occhio per raggiungere l'oggetto, in modo da formare il cono visuale. In epoche successive queste linee vennero lette come raggi visuali artefici della visione: oggetti reali emanati dall'occhio. Così quando si impose una diversa visione del mondo, in base alla quale la luce viene riflessa dagli oggetti esterni ed incide sull'occhio, il trattato di Euclide, studiato e commentato da oltre un millennio, venne considerato sbagliato. Successivamente si persero le tracce di tale opera e quando, alla fine dell'800, venne ritrovata destò poco interesse.