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"Tina è oggi "quella del Vajont". Ma quando, da sola, raccontava le storie di quella gente non pensava certo al colpo giornalistico. Era arrabbiata per il destino già scritto di tanti, così come lo era quando si ribellava all'apparente inevitabilità per una ragazza della sua condizione sociale di dover servire a casa dei milanesi benestanti. Era arrabbiata quando scriveva dei compaesani emigrati, dispersi, umiliati. Oggi diremmo "indignata". Tutti possono essere indignati, anche quelli dei salotti milanesi. Tina non poteva invece permetterselo, né lei né la gente con la quale era cresciuta, si era formata. Loro potevano solo essere arrabbiati. Loro potevano solo ribellarsi". (Dalla presentazione di Toni De Marchi)