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Scrive l'autore nella nota al lettore: "Ora, Zenone filosofo e don Onorando parroco, don Adone e Arlena, la donna più bella che sia mai nata a Borgo Ombroso, e Ascanio dal cervello andato ai fossi, e l'amore disperato di Matteo, e le donne che si agitano nel libro con la loro avvenenza, e i molti mascalzoni che si rivelano nel loro livido destino, tutti mi stanno dentro con una tenerezza che spero tocchi un poco il lettore, suscitando in lui almeno una piccola parte delle emozioni che mi hanno mosso mentre andavano nascendo nella solitudine della scrittura. E poiché ognuno di loro è così mio da continuare a commuovermi, anche ora che li affido alla comprensione del lettore, ho sentito che la maschera di Aristarco anche se sopravvive il suo stile iperbolico e il suo gusto per birbonate e sarcasmi non era più necessaria".